
Il 14 dicembre 1930, il signor Ottavio Fattori si sentì in dovere di acquistare uno spazio sul “Popolo Sammarinese” per ringraziare il dottor Mario Castelbolognesi che, come ci spiega con dovizia di particolari, nel mese di ottobre lo aveva operato a entrambi gli occhi restituendogli “il dono prezioso della vista che credeva per sempre perduta”.
Questa manifestazione di stima pubblica aiuta a ricostruire lo sguardo con cui non solo il signor Ottavio Fattori, ma in generale coloro che lo conoscevano, guardava il dottor Castelbolognesi. Un “bravo e onesto professionista”1, questo vedevano in lui.
L’ammirazione nei suoi confronti era nata passo dopo passo da quando nel 1907, dopo esperienze lavorative a Milano e a Modena dove era nato e si era laureato in Medicina, Mario Castelbolognesi si era trasferito a Rimini.
Qui aveva aperto il suo ambulatorio, si era fatto conoscere e amare dai riminesi.

Il fatto che, oltre ad essere un bravo oculista, fosse anche ebreo contava poco.
Lo sguardo nei suoi confronti cambiò nel 1938 quando, agli occhi dei suoi concittadini, il suo essere di “razza ebraica” assunse il peso di una colpa.
FP